Bio
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Orazio Saracino
(ENG) Orazio Saracino is a composer, music producer and pianist whose main strength is versatility, dealing with original instrumental music/songs for movies/TV/commercials and much more.
He composed the soundtrack of short films, documentaries and commercials, not least the documentary “Vietato l’ingresso” directed by Stefano Bruno and created for the Teatro degli Arcimboldi of Milano, and the short film “El Hijo” directed by Eduardo Castejon. Amongst his future projects is the original soundtrack for the new feature film “Tortu” by the director Christopher Clarke. Furthermore, he is a registered composer on Sky Italy’s roster. He has recently composed the new theme song for “Basket Room” on Sky Sport.
In 2017 he released his first album of original pieces “IncontroTempo Suite” (Workin’ Label) and, in 2020, his second original discographic project “Vivere Piano” (Angapp Music). In 2022 he released “Gypsy Caravan” (Flipper Music), a new album of production music dedicated to the gypsy music world.
In 2017 he was awarded among finalists in the International Contest “Salvatore Quasimodo” – composers section – with his original song “Musette”. He attended the Conservatory of Bari and Monopoli, where he studied classical composition and majored in classical and jazz piano. After which, he did a Music Composition master’s degree course in Film, Television and Commercials.
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(ITA) Orazio Saracino è un compositore, pianista e arrangiatore che fa della versatilità il suo punto di forza, scrivendo musica strumentale e canzoni originali per film, TV, pubblicità e molto altro.
Ha composto musica originale per cortometraggi, documentari e spot pubblicitari, non ultimo per il documentario “Vietato l’ingresso” del regista Stefano Bruno, realizzato per il Teatro degli Arcimboldi di Milano, e per il cortometraggio “El Hijo” del regista Eduardo Castejon. Tra i suoi progetti correnti, va annoverato il nuovo film “Tortu” del regista inglese Christopher Clarke, di cui sta componendo la colonna sonora. In ambito televisivo, è inserito nel roster dei compositori che collaborano con Sky Italia alla realizzazione di musiche originali per programmi televisivi e documentari, non ultimo per la trasmissione “Basket Room” (Sky Sport).
Nel 2017 ha pubblicato il suo primo album di inediti “IncontroTempo Suite” (Workin’ Label), seguito nel 2020 dal suo secondo lavoro discografico “Vivere Piano” (Angapp Music). Nel 2022 ha pubblicato “Gypsy Caravan” (Flipper Music), un nuovo album di production music dedicato al mondo della musica gitana.
Nel 2017 è stato selezionato tra i finalisti del Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” – sezione musica – ottenendo il terzo premio con la sua canzone originale “Musette”. Ha conseguito il diploma in pianoforte classico nel 2007, presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari. In seguito ha studiato composizione classica e, recentemente, ha conseguito il titolo accademico di II livello in pianoforte jazz presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli. Ha portato a termine, inoltre, il master post universitario in Composizione di Musica per Film, TV e spot sotto la guida del compositore di musica per film Francesco De Donatis.
(Intervista di Alceste Ayroldi)
Orazio, inizierei dal titolo del tuo album «Vivere Piano». E’ il concept del tuo lavoro?
Esattamente. Oltre a definirne il concept, «Vivere Piano» rappresenta una filosofia di vita che mi rispecchia, approccio calmo alla quotidianità in contrapposizione con il ritmo frenetico che la società moderna ci impone. Con l’auspicio che dall’esperienza della pandemia possa scaturire la conseguenza virtuosa di un rallentamento generale del mondo: lo dobbiamo a noi stessi, e al pianeta che abitiamo. Nel disco ho provato a tradurre in musica questo semplice concetto, ma che ai più sembra sfuggire, specie in occidente.
Ti sei occupato sia delle musiche, che dei testi che sono tutti in lingua italiana. Un aspetto piuttosto inconsueto, visto che spesso i testi nei brani di jazz sono in inglese. Sei partito dalle liriche o dalla musica?
Ho sempre ritrovato nella lingua italiana un grande potenziale sia in termini di metrica che di cantabilità, tali da poterla abbinare anche a stili musicali tipicamente associati ad altre lingue, tra cui il jazz. Nel processo creativo parto generalmente dalle liriche, sebbene la scrittura dei versi proceda spesso in parallelo con l’elaborazione delle prime idee musicali.
Nel titolo un doppio significato. Vivere piano, infatti, è il secondo e nuovo lavoro discografico del 35enne pianista e compositore, ma anche ingegnere ambientale, di Giovinazzo Orazio Saracino.
Un titolo in cui l’artista sottolinea la sua passione per il pianoforte, ma che diventa anche una sorta di inno alla lentezza. «La mia disposizione d’animo mi porta ad essere calmo, tranquillo: la lentezza è insita in me – spiega Saracino-. Poi, con l’esperienza del lockdown, mi sono convinto ancora di più sulla qualità di un approccio verso questo modo di affrontare la vita. Sarà una visione utopistica, ma immagino una società post- Covid in cui si possano riscrivere le regole applicando i dettami della lentezza per non tornare alla frenesia della società occidentale a cui siamo abituati. Lasciamo la possibilità di cogliere la profondità delle cose, dell’attimo e i piccoli dettagli della vita che sono molto importanti».
In questi giorni di emergenza Coronavirus le domande dei bambini disegnano il perimetro del mondo e, insieme, il senso della vita. Proprio i loro mille interrogativi sono al centro di una vecchia e popolare canzone francese di Guillaume Aldebert, ‘La vie c’est quoi?’, dialogo tra padre e figlia, che il musicista barese Orazio Saracino ha tradotto e riarrangiato facendola diventare ‘La vita cos’è’. Con le illustrazioni animate di Lucia Chianura, la voce di Mizio Vilardi, il mixaggio di Alex Grasso e il fondamentale contributo del piccolo Dario, il risultato in un video che è come una carezza
Un jazzman reprend en italien « La vie c’est quoi ? » d’Aldebert : bellissimo !
Pianiste de jazz italien, Orazio Saracino vient de publier une magnifique reprise de l’œuvre du chanteur bisontin, dialogue émouvant entre un père et sa fille.
Et si « La vie c’est quoi ? », le beau et très émouvant titre d’Aldebert , devenait la chanson du confinement ? Une chanson sous la forme d’un dialogue entre une fillette et son père, pleine de sagesse et d’espoir, se prêtant à merveille aux questions essentielles qu’il nous arrive de nous poser en ces temps étranges et difficiles.
Une chanson qui vient de traverser la frontière pour gagner un pays confronté aux mêmes jours sombres que les nôtres, peut-être pour les illuminer un peu. En Italie, le pianiste de jazz Orazio Saracino vient en effet de publier sa version traduite et chantée dans sa langue maternelle, « La vita cos’è ».